Un commento segnalato da
Eli Rabett
Questa posizione sbaglia completamente il concetto. BFPM (uno dei commentatori, n.d.t.) sembra credere, come molti alti cosiddetti negazionisti, che
l'abilità degli esseri umani di sopravvivere su questo pianeta in funzione di della miriade di assalti che la nostra specie sta infliggendogli
dipenderà principalmente dalla nostra capacità di "adattarsi" a questi cambiamenti. Ma la verità è che, dato quello che la maggior parte degli ecologi sanno, è che
la cosa ci è sfugggita di mano. Sostanzialmente .. gli esseri umani
dipendono totalmente da un contesto di condizioni critiche che emergono liberamente dai sistemi naturali e per i quali ci sono pochi sostituti tecnologici - se ce ne sono (e anche se ci sono sono terribilmente costosi). Queste condizioni sono generate su differenti scale temporali e spaziali da un infinito numero di interazioni che coinvolgono su piccola e grande scala popolazioni e individui di specie diverse. Sappiamo già che
i servizi che permettono agli esseri umani di esistere e sopravvivere sono prodotti da questi sistemi.
Ora, come ho detto già molte volte, molti di
quelli che fanno parte della scuola degli adattamentisti sembrano pensare che gli esseri umani sono esenti dalle leggi di natura. Ignorano le evidenti conseguenze del riscaldamento globale: la distruzione degli habitat, l'eutroficazione, la perdita delle zone umide, organismi invasivi, varie forme di inquinamento, etc., sugli ecosistemi che li creano. Nel loro modo di pensare, gli esseri umani possono
coprire molto del pianeta in cemento e alterare in modo significativo la composizione ell'atmosfera e che, in qualche modo, per mezzo della tecnologia, ci adatteremo a questo massiccio assalto.
This argument misses the point entirely. BFPM appears to believe, like
many so-called deniers, that the ability of humans to persist on the
planet in light of the myriad of assaults our species is inflicting on
it, will depend largely on our ability to ‘adapt’ to these changes. But
the truth is, given what most ecologists know, is that its out of our
hands. Essentially (her I go again for the billionth time but for the
D-K crowd it NEVER sinks in), humans are utterly dependent on a range
of critical conditions that freely emerge from natural systems and for
which there are few, if any technological substitutes (and even where
there are, they are prohibitively expensive). These conditions are
generated over variable spatial and temporal scales by infinite numbers
of interactions involving large and small scale populations and
individuals of species. From them we already know that services
permitting humans to exist and survive are produced.
Now, as I
have said many times before, many from the adaptionist school appear to
think that humans are exempt from the laws of nature. They ignore the
manifest consequences of climate warming, habitat destruction,
eutrophication, wetland loss, invasive organisms, various forms of
pollution etc. on ecosystems and the organisms that make them up. In
their thinking, humans can cover much of the planet in concrete and
significantly alter the chemical composition of the air and water and
that somehow, through technology, we will adapt to this massive
assault.