Noi siamo i Borg. Sarete assimilati. Ogni resistenza è futile.

16 January 2013

Non serve fare previsioni

di Marco Sclarandis


"Non serve fare previsioni, ma agire in maniera eticamente corretta. E comunque la vita va affrontata piuttosto da artisti che da scienziati." 


Rita Levi Montalcini, da intervista video 2010 (ringrazio "Vita nel Petrolitico" per aver raccolto ed evidenziato la citazione).


Più rileggo questa frase della gran dama, curiosa e studiosa del "nervosismo dei polli", diciamo così, più emerge la sua scintillante saggezza.

Infatti, cosa ne è stato delle previsioni del Club di Roma?

Oggi siamo in un mondo dove alcuni, sazi obesi quanto insoddisfatti, s'ingegnano per inventare neologismi come "morbistenza", per vendere chilometri di carta igienica, ed ettari di salviette, e milioni di altri sono costretti a defecare sulle massicciate ferroviarie perchè non possono fare altrimenti.

Non è un'iperbole letteraria. Basta leggersi qualche pagina di "The big necessity", "Il grande bisogno" di Rose George, per rendersi conto di quale livello di perniciosa schizofrenia abbia raggiunto la progenie evadamitica.

Ecco il punto, il germe, il nodo, il parabolico fuoco, l'Alfa dal quale partire per scegliere se rendere questo secolo l’Omega della più stupefacente delle scimmie antropomorfe, o il primo di un eone che meravigliosamente turberà l’Universo.

Vivere da artisti. Anche a costo di sbrodolarsi in eccessi da Vate Adriatico, che comunque ebbe la perspicacia di dichiarare che voleva vivere e ci riuscì, in modo inimitabile.

Ho preso in prestito da Martin Rees e Freeman Dyson due dei tre concetti esposti nel paragrafo un po’ più sopra e non scorderò mai un episodio minuscolo accadutomi a Roma durante il Festival della Matematica del 2008.

Scendendo lo scalone dell’Auditorium, incrociai per un attimo lo sguardo di Freeman Dyson.Ci scambiammo un sorriso che mi è rimasto scolpito come una stele di Rosetta. Avrei potuto certamente prolungare quel fulgido e fuggente attimo per godere di una seppur limitata conversazione con quella straordinaria persona, dalla vita così particolare. Non avvenne, ma non ho nessun rimpianto e rimorso. Tutto quello che era bello ed importante in quello sguardo s’era trasferito da un animo all’altro come un algoritmo criptato per produrre le infinite cifre di un numero trascendente.

Noi, siamo opere d’arte, e in questa parte dell’Universo siamo un capolavoro. Ma un capolavoro collettivo, di Capomastro e allievi di bottega e pure di curiosi attirati dagli odori dei pigmenti. Se accettiamo questa interpretazione dell’esistenza, non c’è nulla che non possa essere riparato, rimediato, fatto risorgere a nuova vita.



3 comments:

  1. E un'argomento ed un discorso interessante ma (se lo ho capito bene) non credo essere del tutto d'accordo ed in particolare su tre punti. (e non so se i tre punti siano solo di Rita Montalcini, o anche di Marco) Ma per il resto "todo bien" almeno per me:

    1. C'e posto nel mondo sia per l'Arte che per la Scienza. E credo si possa vivere sia da artisti che da scienziati e che si vive meglio se ambedue alla volta, per trarre beneficio e sinergia da ambedue di questi vastissimi campi. (che una volta erano anche uno solo)

    2. Anche accettando che siamo opere d'arte ed un capolavoro (dell'evoluzione) da queste parti dell'universo, non credo che basti per poter pensare che "nulla non possa essere riparato, rimediato, fatto risorgere a nuova vita". Questo dipende o dipendera' da molte cose (alcune delle quali, sono anche realta' scientifiche) e circostanze. Puo darsi di si, e puo darsi di no. E quindi questa si, che e' una previsione che NON farei. Ne l'ottimismo ne il pessimismo umano -ne la volonta umana o l'intelligenza umana- sono sempre sufficienti per fare andare le cose bene o male.

    3. E non credo che le previsioni siano inutili e questo non vuol nemmeno dire che non si debba anche vivere in un modo eticamente corretto per meglio navigare quella parte del cammino che e imprevedibile. Anche li' molto dipende da quale tipo di previsioni, per quali fenomeni, e con quali orizzonti di tempo. Piu lontano si cerca di guardare piu difficile diventa perche' esiste ed interviene un sacco di "rumore" il quale deforma la visione o la previsione piu avanti si va nel tempo, ed anche perche cosi' come per un faro la luminosita' diminuisce all'inverso del quadrato della distanza. (in questo caso, nel tempo... e se ricordo bene) ...Ed in quanto alle previsioni piu' specifiche del Club di Roma (cioe del team del MIT) ...(le quali non erano previsioni ma vari scenari) credo si siano dimostrate piu' che altro giuste e comunque utili. E malgrado la "demonanizzazione" del libro LTG, il libro e' comunque riuscito ad aiutatare molte persone a capire meglio dove probabilmente si stava andando od almeno quali variabili sono alterttanto importanti da modellare e come, che non le altre solite delle teorie economiche. Ed una di quelle persone che il libro ha aiutato e' stata senz'altro me.

    Ma come ho gia detto per il resto il post va benissimo (per me) ed e' anche interessante cosi come lo sono il pensiero e l'opera di Martin Rees e di Freeman Dyson.

    Concluderei dicendo che i vari post e commenti di Marco normalmente mi piacciono molto quasi tutti. Ma questo -per le ragioni che ho indicato- mi ha lasciato un po' perplesso.

    Naturalmente rimango aperto ad altre interpretazioni o ragionamenti ed
    ovviamente tutto cio che dico sopra e' solo la mia propria opinione

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  2. Pensa, Max I, che sono sempre più convinto che non passerà questo secolo senza che al termine non rimarrà che un decimo di tutta la gente che oggi vive sulla Terra.
    Non per l'ovvio motivo che man mano i più anziani muoiono, ma perchè l'abitudine atavica e inveterata
    degli umani a prendere tutto cio che sporge dal suolo e dal sottosuolo, che stia ferma o si muova in acqua o per aria, ha raggiunto la circonferenza oltre la quale ci si può solo sporgere sull'abisso invalicabile.

    Sento quasi fisicamente gorgogliare la paura negli animi del prossimo, in lugubre sintonia con quella che ogni giorno cerco di vincere in me stesso.
    Ma nonostante ciò oso credere ed agire per il "Rimedio-Evo".
    Non vedo come dare altrimenti senso al quarto di secolo che statisticamente potrei aspettarmi di stare ancora, su questo pianeta dalla struggente bellezza.

    Quel "nulla non possa essere riparato, rimediato, fatto risorgere a nuova vita" lo intendo in senso sostanzialmente simbolico, perchè è certamente impossibile da realizzare completamente in senso materiale.
    Ma senza il desiderio di tale riparazione, rimedio, resurrezione, credo che matematicamente non ci sarebbe altro che da aspettare i giorni dell'estinzione definitiva della nostra genìa.

    La frase "Il dirupo di Seneca", coniata magistralmente dal conduttore di questo blog, non dice ma sottintende che quel dirupo può essere molto più ripido di quanto miliardi di persone indaffarate al loro quotidiano possano immaginare.

    Riesco pure a immaginare un nuovo secolo con una umanità anche più numerosa dell'attuale, ma le menti di quella futura miriade di milioni di persone dovrebbero essere state miracolate da una visione che io stesso non oso chiedere in dono tanto la ritengo maestosa.

    Perchè, perchè, pur sapendo, devastiamo anche l'altrui riparo?
    Forse perchè adirati di possedere un beffardo privilegio?
    A che serve vivere anche cent'anni, per sospettare infine d'essere stati concepiti per un'eternita?
    E'la materia ad essere vile e bastarda o siamo noi che come bruti preferiamo vivere e morire?

    Marco Sclarandis

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  3. O.K. Marco, grazie per la tua risposta sulla quale mi trovo d'accordo. Forse nel mio commento ero piu' poco d'accordo con la frase attribuita e citata di Rita Montalcini all'inizio dell'articolo...(probabilmente anche fuori contesto) che non con te....E con questo non voglio affatto intimare che io non abbia rispetto per lei, le sue idee o la sua opera. Ma credo che la frase citata all'inizio del post sia almeno parzialmente sbagliata. O forse mi sbaglio io, ma preferisco dire quel che penso e magari sbagliare, anche se dall'altro lato c'e Rita Montalcini, o Einstein o chicchessia....secondo me fa parte dell'agire "in modo eticamente corretto". Ed in quanto al "Dirupo di Seneca" e "l"Effetto Cassandra".....o "la Strage di Nerone vestito da Clima"....e noi tutti dei "Telemaco cercando di tendere l'arco di Ulisse ma non riuscendoci perche' troppo duro" ed. ecc....sono pienamente d'accordo e tutto cio' fa parte della bella sinergia fra Arte e Scienza...(e spero Ulisse venga slegato dopo le sirene, e torni presto ad Atene, e cominci a fare piazza pulita con il suo arco! Tutti quelli di Effetto Cassandra saranno li' per applaudirlo.

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