Noi siamo i Borg. Sarete assimilati. Ogni resistenza è futile.

12 January 2013

Dal baule degli anni '80

di Marco Sclarandis


Questa casa terrestre
Un corridoio dalle mille porte
Ogni porta un corridoio
E così senza conclusione
Il labirinto per antonomasia
Noi all’interno a disegnarne la piantina
Fieri dei nostri timbri e calamai
Sicuri dei nostri simboli e cataloghi
Convinti di aver quasi trovato
Le scorciatoie per l’uscita
Eppure non ancora consapevoli
Che l’inventario delle mappe ormai ultimate
È già stipato in scaffali senza nome.


2 comments:

  1. Esatto. (e detto in un modo bellissimo)

    E credo che forse si potrebbe dire anche in altri termini piu o meno cosi:

    Dall' interno di un sistema biologico-sociale-economico-politico-istituzionale-ideologico (multi-dimensionale) in piena evoluzione adattiva continua sia all'interno di se stesso e sia rispetto al suo ambiente dove e' collocato (anch'esso multidimensionale) da millenni o da molto piu, e con una sua storia piu che altro dimenticata o mai documentata, e' molto difficile per "esseri interpretativi" tali gli umani che vi abitano, capire (in particolare usando per lo piu' singole discipline) (cioe i calamai ed i timbri di cui siamo fieri) dove sono, perche' si trovano li', e come uscire fuori dalla loro casa-sistema o dai suoi problemi (od almeno poter continuare a viverci) o di transormarla in qualcosa di migliore (cioe' una casa-sistema migliore piu' duratura o sostenibile, - e con migliori caratteristiche sociali interne tali giustizia, liberta, equita', pace, creativita, bellezza, ed ecc. Non vi sono mappe da seguire per il cammino-percorso di uscita o di trasformazione, e le mappe che esistono sono molto parziali ed incomplete, e la loro lettura comunque soggetta anch'essa a varie interpretazioni e discipline.

    Non e un modo cosi bello di dirlo come e stato detto sopra, ma credo che voglia dire piu o meno la stessa cosa.

    Due "esseri interpetativi' umani diversi che cercano di interpretare piu o meno la stessa realta'? A meno che una tale realta' non esista proprio ed il solipsismo e' giusto. (uno dei tanti ostacoli al costruire mappe valide)

    E credo sia anche per questo che bisogna cercare di lavorare insieme.

    Altrimenti non troveremo mai la via d'uscita o di trasformazione e prima o poi la nostra casa nella quale viviamo in comune bruciera' a terra. (Tasmania?)


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  2. Ecco di che cosa furono capaci i nostri italici avi cinquecenteschi
    quando s'incaponirono per trovare la soluzione generale
    per le equazioni di terzo grado.

    Tra parentesi quadre la traduzione in linguaggio matematico di quello poetico.
    Oltretutto, non fu puro divertimento, la stesura di quei versi, ma il tentativo
    di criptarli in modo che risultassero oscuri ai più.

    E chi conosce la storia di Tartaglia ,di Scipione del Ferro, e dei protagonisti
    di questa avvincente scoperta matematica, pari se non superiore a quella babilonese
    della soluzione generale delle equazioni di secondo grado,
    sa di conseguenza la vera ragione per cui il genio stivalico è tuttora amato,
    invidiato e ammirato al mondo.
    Sebbene da qualche decennio tale genio mostri il suo vulnerabilissimo tallone d'Achille.
    E anche qui, entra in gioco un limite:

    Lo confine onde per cui
    anche l'arte d'arrangiarsi
    deve alla fine darsi
    perchè chi troppo s'arrangia
    la rovina se lo rimangia.

    (anonimo,XXI secolo)

    Ed ecco la soluzione generale in tutto il suo splendore poematico:


    Quando che 'l cubo con le cose appresso
    [(x^3+px)]
    Se agguaglia a qualche numero discreto
    [= q ]
    Trovami dui altri, differenti in esso.
    [u-v = q ]
    Dapoi terrai, questo per consueto,
    Che 'l loro produtto, sempre sia eguale
    [ u•v = ]
    Al terzo cubo delle cose netto,
    [(p/3)3 ]
    El residuo poi suo generale,
    Delli lor lati cubi, ben sottratti
    [ radcub(u) - radcub(v) ]
    Varrà la tua cosa principale.
    [= x ]
    In el secondo, de cotesti atti
    Quando che 'l cubo, restasse lui solo
    Tu osserverai quest'altri contratti,
    Del numer farai due tal part'a volo,
    Che l' una, in l'altra, si produca schietto,
    El terzo cubo delle cose in stolo
    Delle quali poi, per commun precetto,
    Terrai li lati cubi, insieme gionti
    El cotal somma, sarà il tuo concetto.

    El terzo, poi de questi nostri conti
    Se solve col secondo, se ben guardi
    Che per natura son quasi congionti.
    Questi trovai, et non con passi tardi

    Nel mille cinquecent' e quattro e trenta;
    Con fondamenti ben sald' e gagliardi
    Nella Città dal mar 'intorno centa.

    Marco Sclarandis

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