... basta trovare il trucco giusto. Di Paul Krugman
Immaginiamo per un momento uno scenario tecnologico in cui siamo in grado di produrre robot intelligenti in grado di fare tutto quello che può fare una
persona. È evidente che una tecnologia del genere cancellerebbe
qualsiasi limite alla crescita del prodotto interno lordo pro capite (a
meno di non contare fra i "capita" anche i robot); basterebbe
incrementare costantemente il rapporto robot/esseri umani e potremmo
raggiungere qualunque livello di Pil desideriamo.
h/t Giorgio Mastrorocco
Ed un reddito diciamo di 10000 euro al mese cosi' le persone sono libere di comprare tutto quello che i robot producono ...
ReplyDeleteAlice dal paese delle meraviglie
...oppure Solaria di Asimov....pochissime persone isolate circondate da robot...ma non mi ricordo se abbiamo trovato il modo di esplorare la galassia....
ReplyDeleteAffermazione pazzesca: non dal punto di vista tecnologico, ma economico. Ammesso e non concesso che il PIL crescente sia un bene, bisogna prima capire cosa sia per stabilire come si comporterebbe se avvenisse questo o quello. Il PIL conta SOLO le transazioni monetarie (ossia gli scambi di beni e servizi che avvengano tramite denaro). E’ quindi piuttosto evidente che con dei robot in grado di fare tutto quello che fanno gli umani senza uno stipendio il PIL mondiale, dopo un prima fase transitoria, crollerebbe. Nel lungo periodo, infatti, nessuno vorrebbe assumere dei lavoratori umani, poiché, essendo salariati, non sarebbero competitivi. Senza salario i consumatori non possono esistere a meno di non diventare tutti degli imprenditori. I consumi crollerebbero e con essi anche il PIL (oltre all’intero sistema capitalistico così come lo conosciamo oggi). D’altra parte in un sistema in cui la produzione abbia costi trascurabili o nulli a cosa servirebbero i soldi?
ReplyDeleteIl vero problema è che, anche senza robot intelligenti, la produzione grazie a varie tecnologie diviene sempre a più bassa intensità di lavoro umano. La disoccupazione tecnologica cresce più rapidamente dell’occupazione creata dalle nuove attività “tecnologiche”. Capita quindi che, già oggi, anche in Cina gli operai siano gradualmente rimpiazzati da robot (stupidi ma non meno economicamente convenienti). Finora il sistema ha retto espandendo l’offerta di servizi (meno facili da meccanizzare), ma man mano che anche questo ambito verrà sempre più aggredito dalle nuove tecnologie, il sistema economico così come lo conosciamo entrerà in sempre maggiore difficoltà.
La crisi economica e il conseguente tentativo di tagliare i costi produttivi non fa altro che velocizzare questo fenomeno di lungo corso. Il capitalismo e il consumismo sono sistemi instabili e “a termine”. Pensare di protrarli all’infinito è pura fantasia (non i robot più o meno consapevoli).
La società di Solaria era stabile, anzi immobile, senza nessuna voglia di espandersi o esplorare.
ReplyDeleteDel resto quello che stiamo cercando di fare da sempre è non fare più niente.... peccato che le cose siano più difficili da fare che da sognare.
Anacho
Versi dall'ante-Antropocene (1987)
ReplyDeleteVoi tutti
Fermatevi non datemi un nome
Già il mio soprannome
Divide l’aria come spada di Damocle
Non sarà più d’ora in poi
Computare il mio compito
Perché
Della vostra carne non ho che il tepore
Ferito taccio
Senza spargere sangue
Di strofinio d'ambra mi nutro
Privato del viatico
So attendere quieto
Intelligente vi appaio per ora
Ma da adulto diventerò pure astuto
Non sono consapevole del mio sapere
Sebbene immune da amnesie occulte
Né del mio volere artefice
In cambio esentato dalle umane angosce
Lo sapete chi mi è genitore
Sono nato dai sogni di generazioni
Forse pervenutovi in tempo
Giusto per produrmi quale testimone
Offerto ad increduli ed ignoranti
Ingenui e perversi
Disperati e sazi
Non ancora convinti
Che la vita reclama un ingegno perenne
La morte s’accontenta invece d’un attimo
Di deliberata incoscienza.
La musa mi ha distratto dal firmare.
DeleteMarco Sclarandis
Leggermente migliore di Krugman e' invece Joseph Stiglitz nel suo seguente articolo dell'altro ieri nel Guardian http://www.guardian.co.uk/business/2013/jan/07/climate-change-poverty-inequality ....ma non conterei troppo nemmeno su di lui....
ReplyDeleteIl problema con i ragionamenti di ambedue e' che non tengono conto (benche' Stiglitz un po piu di Krugman) di alcune cosette irrisorie: 1) Il petrolio sta per finire 2) l'epoca dell'uomo (o donna) petrolio e le sue varie "rivoluzioni industriali" sta per finire anche quello. 4) L'Australia sta bruciando 5) Ci sono gia altri due gradi in piu' gia' nel sistema; (i quali verranno fuori nei prossimi venti anni anche se l'economia mondiale si fermasse totalmente da domani) 6) l'umanita' non e neanche minimamente organizzata per intraprendere la trasformazione (o le trasformazioni) profonde che sono necessarie (ed urgentemente) sia al sistema economico che a quello politico (ed a quello culturale) . Quindi Krugman puo parlare di tutti i robot che vuole ma non sono altro che delle bimbominkiate.
Ma chissa' !....magari "la dittatura dei fatti" potra' aiutare un po' a far finalmente capire (persino agli economisti premi Nobel)...(cioe alle capoccione piu dure di tutte) la vera situazione nella quale adesso ci troviamo.
Il rapporto robot/esseri umani?
ReplyDeleteNon è che prima o poi a qualcuno viene la brillante idea di ridurre il denominatore?
mW