Noi siamo i Borg. Sarete assimilati. Ogni resistenza è futile.

06 August 2012

Anche Repubblica si decide a dire le cose come stanno

http://www.repubblica.it/ambiente/2012/08/05/news/clima_torrido_studio-40412116/?ref=HRER3-1


Un futuro riarso. E quindi prepariamoci a nuove (e frequenti) estati super calde, ad esodi estivi su autostrade infuocate. Ma anche ad eventi disastrosi, come quando nel 2010 la capitale russa, Mosca, rimase avvolta dal fumo per diversi giorni a causa di incendi tremendi che causarono 52 vittime e danni all'agricultura per più di 300miliardi di dollari. Oppure l'estate del 2003, quando il nostro Paese fu letteralmente tostato, abbrustolito da temperature da paura che toccarono picchi record di 43-44 gradi.

2 comments:

  1. la cosa curiosa che lo stesso tipo di articolo venga preso a riferimento per significare una certa reticenza degli organi di informazione sul fenomeno del riscaldamento climatico e un altro sito, www.climatemonitor.it, riporti articoli della specie come testimonianza di un'informazione monodirezionale sulle problematiche del GW. sembra che da una parte ci si lamenti della scarza forza con cui vengono lanciati gli allarmi sul GW e dall'altra ci si lamenti dell'eccesso di allarmismo sul riscaldamento climatico. chi avrà ragione di lamentarsi? un caro saluto al prof.bardi e complimenti per questa nuova iniziativa. Carlo

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    1. Se qualcuno grida “Al fuoco!” è un estremista? Senz’altro sì, se lo fa per un fiammifero acceso, ma no di certo se inizia a gridare quando c’è una casa invasa dalle fiamme. Ora per capire che il pianeta sia “in fiamme” serve un occhio non dirò imparziale, razionale e professionalmente preparato come quello del miglior giornalista scientifico al mondo, ma semplicemente un occhio “ aperto”. Per chiuderlo per bene, quel “occhio”, invece, basta insinuare un po’ di dubbio, usare toni rassicuranti e censurare il resto. La stampa lo sa bene. La semplice constatazione che le nascite di cuccioli negli zoo abbiano molto più spazio, frequenza ed enfasi sui mass-media di notizie quali il picco del petrolio, il GW e del collasso dell’intera biosfera a cui noi stessi apparteniamo, mi pare sia un fatto che si commenti da solo. Che dire poi del fatto che quasi nessun giornalista trovi connessioni tra la crisi economica in atto (come la chiamano loro) ed il picco del petrolio e la crisi climatica? Anche quando centinaia di milioni di persone nel Nord Africa (e dintorni) si sono sollevate quasi contemporaneamente contro regimi saldamente al potere da decenni, nessun giornalista pare aver colto la fame di pane alla base di quelle rivolte (una fame indotta dal GW). I giornalisti invece hanno spinto l’attenzione pubblica sulla presunta “fame di libertà e democrazia” di quelle popolazioni (con più che evidenti implicazioni geopolitiche, militari e di sfruttamento petrolifero). Che dire poi delle notizie riguardanti stati disintegrati, o quasi, come la Somalia o il Messico? E a proposito, qualcuno si ricorda ancora dell’incredibile disastro petrolifero nel Golfo del Messico? Chi ha mai visto, al telegiornale, immagini sulla devastante estrazione di sabbie bituminose nel nord America? Quanto risalto è stato dato allo scioglimento sempre più esasperato della Groenlandia? Chi si ricorda l’ultima volta che si è parlato di corrente del Golfo e del suo funzionamento o più in generale dell’andamento di correnti oceaniche ad elevato impatto climatico? Chi si ricorda quando la notizia di un tornado od un tifone teneva occupate le prime pagine per giorni interi? Chi si ricorda quando i telegiornali hanno smesso di tener il conto dei morti dovuti ad eventi climatici estremi su scala mondiale? Si potrebbe continuare così quasi all’infinito, ma il concetto rimarrebbe sempre quello: l’informazione è chiaramente di parte. E non è difficile capire che parte sia: quella di chi paga ovviamente! In questo i giornalisti non sono davvero peggiori di nessun altro al mondo.

      Un saluto a tutti dal Panda

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